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Monthly ArchivesMonthly Archives: Agosto 2013

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Nausea in gravidanza

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Nausea e vomito fanno parte dei primi sintomi di gravidanza e si manifestano soprattutto durante le prime settimane di gravidanza.

Non vi sono delle regole precise per le nausee. Esse variano da donna a donna e da gravidanza a gravidanza. In alcune donne si presentano durante le prime ore del mattino, in altre il pomeriggio o la sera e molto spesso sono accompagnate dal vomito.

nausea-gravidanzaNausea: quando si manifesta?

Nella maggior parte dei casi la nausea appare da un momento all’altro, quando meno te lo aspetti. Stai tranquilla! È uno dei pù evidenti disturbi della gravidanza. Infatti, gìa dalle prime settimane, è possibile cominciare a provare dei leggeri malesseri. Tuttavia, nonostante si parli di nausee mattutine, non sempre la nausea si presenta al mattino, ma può durare tutto il giorno.

nausea-gravidanzaNausea: qual è la causa?

La sensazione di nausea è legata all’incremento degli ormoni della gravidanza, in particolare al progesterone e all’hCG, che si producono durante le prime settimane di gestazione. A partire dal secondo trimestre, nausea e vomito si attenueranno, in quanto il corpo va adattandosi ai cambiamenti che si verificano durante la gravidanza. Nonostante ciò, è possibile che di tanto in tanto si presenti qualche piccolo malessere.

nausea-gravidanzaNausea: come combatterla?

Purtroppo, non è facile sfuggire alla nausea in gravidanza. Tuttavia esistono dei rimedi caserecci che possono aiutarti a combatterla.

Prendi l’abitudine di sgranocchiare qualcosa di tanto in tanto, per evitare di lasciare lo stomaco vuoto. Molte donne assicurano, inoltre, che le tisane (melissa e zenzero) e la camomilla sono una cura ottimale contro la nausea. Altre, invece, preferiscono bere un bicchiere di latte.

Tuttavia, se questi rimedi non ti aiutano, consulta il medico: sicuramente ti prescriverà qualcosa adatto alla tua situazione.

 

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Le fasi del parto

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Il processo del parto è costituito da momenti ben definiti, con caratteristiche proprie.

Si comincia con la fase prodromica in cui cominciano ad avvertirsi i sintomi del parto; segue la fase dilatante, con la dilatazione del collo dell’utero; la fase espulsiva, in cui si ha la nascita vera e propria; infine, il secondamento, con il distacco della placenta. La durata di ciascuna fase differisce da donna a donna e da gravidanza a gravidanza.

Ecco le fasi del parto.

Fase prodromica

Costituisce una prefase del travaglio vero e proprio; è infatti la fase preparatoria, in cui cominciano a farsi sentire i primi sintomi del parto: contrazioni leggere e irregolari, pressione nella zona pelvica, possibile perdita del tappo mucoso. Le contrazioni sono necessarie, in quanto in questa fase si ha la preparazione del collo dell’utero al parto: solo dopo essersi appianato, può avvenire la dilatazione.

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Quanto dura la fase prodromica?

La fase prodromica ha una durata molto variabile. Può durare da qualche ora a un paio di giorni. Tutto dipende dalla donna e dal bambino, che in questa fase comincia ad inserirsi nel canale del parto.

Fase dilatante

È la fase in cui le contrazioni si fanno sempre più intense e frequenti, in modo da permettere la dilatazione del collo dell’utero. La fase dilatante è la più dolorosa, ma è anche quella in cui non bisogna scoraggiarsi, in quanto manca ormai poco per tenere tra le braccia il vostro bambino. L’appoggio del partner sarà essenziale, in quanto vi aiuterà a non lasciarvi andare e non perdervi d’animo.

Quanto dura la fase dilatante?

Anche la durata della fase dilatante è variabile. Nelle primipare essa può durare da 6 a 12 ore; in chi ha avuto già altri figli, invece, dura 2-3 ore, in quanto la dilatazione del collo dell’utero avviene più velocemente. Tuttavia, anche il fattore psicologico influenza la dilatazione del collo dell’utero: è importante non farsi prendere dallo sconforto e gestire appieno la respirazione.

Fase espulsiva

La fase espulsiva comincia quando la dilatazione del collo dell’utero ha raggiunto i 9-10 cm ed è, quindi, completa. La mamma non può arrendersi proprio adesso: il bambino sta per nascere e le ultime forze sono necessarie per aiutarlo a venire al mondo.

Nella fase espulsiva, le spinte della mamma sono necessarie per i movimenti interni del bambino; è infatti grazie alle spinte, che il bambino può girarsi ed assumere la posizione adatta per venir fuori.

fasi-partoQuanto dura la fase espulsiva?

La fase espulsiva dura in genere un’ora nelle primipare, un po’ meno quando la donna ha già partorito altre volte.

Secondamento

Il secondamento è la fase conclusiva del parto e consiste nel distacco della placenta. Ormai il bambino è nato e, dopo il taglio del cordone ombelicale, viene messo tra le braccia della mamma. Ma il processo del parto non è ancora terminato. Affinchè la placenta fuoriesca dall’utero è necessaria un’altra piccola contrazione, che spesso passa inosservata.

Quanto dura il secondamento?

Spesso il secondamento avviene 2-3 minuti dopo il parto; in altri casi possono trascorrere anche 15-20 minuti.  Nel caso in cui, passati 20 minuti, non si ha il distacco della placenta, l’ostetrica dovrà procedere a fare dei massaggi al basso ventre. O, ancora, un ottimo metodo per consentire la fuoriuscita della placenta è quello di attaccare il neonato al seno.

 

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Parto naturale

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Il parto è il momento più temuto durante tutta la gravidanza, ma, allo stesso tempo, rappresenta uno dei momenti magici della vita, in cui la natura mostra tutta la sua forza.

Tra i diversi tipi di parto, il parto naturale è sicuramente quello che mette in evidenza il legame esistente tra mamma e bambino e il loro successivo distacco.

Parto naturale: come avviene?

Il parto naturale non prevede nessun intervento medico, ma si aspetta che la natura faccia il suo corso, rispettando i tempi della donna e del bambino, ovviamente dopo essersi assicurati che non esistano complicazioni né per il bambino, né per la madre.

Il momento del parto vero e proprio corrisponde alla fase espulsiva del travaglio, in cui il bambino viene aiutato a nascere dalle spinte della madre. È questa, infatti, la tappa decisiva delle varie fasi del parto.

Parto naturale: dove farlo?

parto-naturaleLa naturalezza con cui si svolge il parto naturale permette che questo avvenga non necessariamente in ospedale, ma anche in casa o comunque in un luogo con condizioni igieniche adeguate.

Infatti, sono molte le future mamme che mostrano la volontà di far nascere il loro bambino in casa. E quale ambiente può essere più accogliente e intimo della propria casa? Si raccomanda, comunque, la massima sicurezza ed è imprescindibile la presenza di un medico, un’ostetrica o comunque una persona esperta che sappia aiutarti nel migliore dei modi.

Parto naturale: come vincere i dolori del parto?

Il parto naturale, al di là di essere un momento magico e meraviglioso, è la fase della gravidanza che più spaventa e preoccupa. I dolori del parto sono infatti i più temuti e, proprio per questo, a volte si ricorre al parto cesareo.

Esistono tuttavia dei rimedi per alleviare i dolori del parto e far vivere il parto come un momento di incanto.

Uno dei migliori rimedi per affrontare il travaglio è camminare, evitando quindi di rimanere fermi nella stessa posizione; a questo si aggiunge anche l’ascolto di una buona musica rilassante. Concentrarsi su altre attività e, quindi, raccogliere i pensieri su altro costituisce un ottimo metodo per dimenticare di star provando dolore. Inoltre, degli ottimi rimedi per superare i dolori del parto sono lo yoga, la meditazione e il parto sotto ipnosi.

Yoga e meditazione

In particolare, lo yoga aiuta a controllare la respirazione e quindi andare così incontro alle contrazioni: fate respiri lunghi e pofondi, vi aiuterà ad alleviare il dolore.

parto-naturaleLa meditazione, invece, vi aiuterà ad allontanerà i pensieri negativi e a vedere tutto in positivo. Per ottenere tale effetto, vi potrà aiutare la visione di immagini che creano sensazioni serene o l’ascolto di una musica rilassante.

Parto sotto ipnosi

Infine, il parto sotto ipnosi è una buona tecnica per rilassarsi ed affrontare il parto con la sensazione di star sognando ad occhi aperti. L’ipnosi può essere praticata autonomamente o da un ipnoterapeuta e consente di affrontare il parto serenamente, senza lo stress del dolore o della paura.

Il parto sotto ipnosi deriva dagli studi di Grantly Dick-Read, il quale, analizzando il momento del parto e le circostanze che ad esso fanno capo, si rese conto che la paura costituisce l’ostacolo più grande. Come superare questa paura? Saranno poi studi successivi a rendere l’ipnosi capace di cancellare via tutte le paure e le ansie del parto, far nascere il bambino in un clima di serenità e rendere il parto un momento unico.

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Tipi di parto

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Il momento del parto si avvicina? Ti stai preparando alla comparsa dei possibili sintomi del parto? Inizia a dare un’occhiata ai diversi tipi di parto e scopri il miglior modo per affrontarli. Ricorda che il primo passo per affrontare al meglio le ansie del parto è informarti.

Parto vaginale

Il parto vaginale è quello in cui il bambino nasce per via naturale, dalla vagina della madre e comprende il parto naturale e il parto assistito.

Parto naturale

Il parto naturale o parto eutocico è quello che avviene spontaneamente, senza l’ausilio di alcun tipo di intervento medico.

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Per questo può avvenire non necessariamente in ospedale, ma anche in casa o in qualsiasi luogo che presenti condizioni igieniche adeguate al momento. Tuttavia, è necessaria la presenza di un medico o di una persona esperta che possa aiutarti a far nascere il tuo bambino.

Il parto naturale consiste, quindi, nel lasciar fare alla natura il suo corso. È infatti la donna a condurre tutto il processo del parto, scegliendo i tempi e le posizioni più comode.

Parto assistito

Il parto assistito è una variante del parto naturale. Si ricorre ad esso nel caso in cui si presentino delle complicazioni e il bambino non riesca a venir fuori spontaneamente. Consiste, infatti, nell’ausilio di strumenti speciali, quali una ventosa o un forcipe.

La ventosa è dotata di una coppetta che viene applicata alla testa del bambino, mentre, il forcipe è una pinza di metallo; entrambi servono ad estrarre il bambino dal canale del parto e vengono utilizzati solo nel caso in cui la testa del bambino sia già abbastanza bassa e non si presentino altri problemi che possano complicare il parto.

Parto cesareo

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Il parto cesareo è quello in cui il bambino non nasce per via naturale, dalla vagina, ma viene estratto attraverso un’operazione chirurgica nota come taglio cesareo. Consiste nell’incisione della parte bassa dell’addome e nella conseguente estrazione del bambino.

Generalmente, il parto cesareo si effettua solo in presenza di gravi problemi e viene programmato allo scadere delle settimane di gravidanza. Tuttavia, non sempre si ha il parto cesareo programmato; infatti, si può ricorrere al parto cesareo anche dopo l’inizio del travaglio, se il bambino presenti uno stato di sofferenza oppure se la madre presenti dei disturbi, quali per esempio la preeclampsia. In questo caso il cesareo d’urgenza è inevitabile.

Infine, è bene notare che molte donne preferiscono il cesareo al parto naturale, per evitare i dolori. Ma attenzione! Ricorrere al parto cesareo non è così conveniente come si crede: i tempi di recupero del post parto sono più lunghi rispetto a quelli del parto naturale ed, inoltre, i rischi del parto cesareo sono maggiori.

Parto in acqua

parto-in-acquaIl parto in acqua si sta diffondendo sempre di più negli ultimi anni. Si tratta di un parto naturale, in cui il bambino nasce sott’acqua e può essere effettuato solo in casi di gravidanza a basso rischio.

L’acqua deve essere calda (ma non troppo), la mamma deve sentirsi rilassata e a suo agio, affinchè la dilatazione della cervice avvenga più velocemente.

Le donne che hanno provato il parto in acqua assicurano che si tratta si un’esperienza piacevole e molto più gradevole del parto normale, in quanto diminuisce la sensazione di dolore, si avvertono meno le contrazioni e si può cambiare posizione più facilmente.

Inoltre, si ha un maggior contatto con il bambino, in quanto si crea un’atmosfera intima e piacevole; il bambino, a contatto con l’acqua, non soffre il cambiamento improvviso di ambiente, come succede nel parto normale e, ancora, ha uno sviluppo motorio maggiore rispetto ai bambini nati con parto normale.

Tuttavia, l’unico rischio è quello di inalazione di acqua da parte del bambino, ma non bisogna preoccuparsi, in quanto il bambino non verrà lasciato sott’acqua, appena nato, ma verrà subito portato in superficie.

Parto prematuro

parto-prematuroIl parto prematuro è quello che avviene prima della 37ª settimana di gravidanza. I bambini nati prematuri soffrono maggiormente il rischio di avere problemi di salute; ma la medicina attuale permette anche la nascita di un bambino alla 30ª settimana di gravidanza; in tal caso, il bambino trascorrerà in un’incubatrice il tempo necessario per il suo sviluppo.

Tra le cause del parto prematuro vi sono: stress, particolari infezioni o cattive abitudini della madre. Tuttavia, esistono casi di parti prematuri di cui si ignorano le cause.

In ogni caso, è bene star preparate per un possibile parto prematuro: se avverti contrazioni molto intense, dolori lombari continui. pressioni alla zona pelvica e perdite vaginali, non esitare a chiamare il tuo medico. Forse il tuo bambino vuole già venire al mondo!

Parto indotto

parto-indottoIl parto naturale è sempre l’ideale, a volte, però,  è necessario ricorrere ad un parto indotto. Consiste nella somministrazione di ormoni e nella stimolazione manuale delle membrane attraverso dei massaggi.

Il parto indotto si effettua in casi particolari, come, per esempio, quando la gravidanza raggiunge le 41 settimane o quando si ha una prematura rottura delle acque e il travaglio non può ancora cominciare. Inoltre, si ricorre al parto indotto anche quando il bambino non è cresciuto abbastanza nell’ultimo trimestre oppure è cresciuto troppo o, ancora, nel caso in cui la madre soffra di particolari malattie, come diabete, ipertensione o preeclampsia.

In ogni caso, se si prevede un parto indotto, è bene farsi consigliare dal proprio medico ed è importante sapere che un’eccessiva stimolazione potrebbe provocare un’iperstimolazione dell’utero e, quindi, allungare i tempi del travaglio.