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Le fasi del parto

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Il processo del parto è costituito da momenti ben definiti, con caratteristiche proprie.

Si comincia con la fase prodromica in cui cominciano ad avvertirsi i sintomi del parto; segue la fase dilatante, con la dilatazione del collo dell’utero; la fase espulsiva, in cui si ha la nascita vera e propria; infine, il secondamento, con il distacco della placenta. La durata di ciascuna fase differisce da donna a donna e da gravidanza a gravidanza.

Ecco le fasi del parto.

Fase prodromica

Costituisce una prefase del travaglio vero e proprio; è infatti la fase preparatoria, in cui cominciano a farsi sentire i primi sintomi del parto: contrazioni leggere e irregolari, pressione nella zona pelvica, possibile perdita del tappo mucoso. Le contrazioni sono necessarie, in quanto in questa fase si ha la preparazione del collo dell’utero al parto: solo dopo essersi appianato, può avvenire la dilatazione.

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Quanto dura la fase prodromica?

La fase prodromica ha una durata molto variabile. Può durare da qualche ora a un paio di giorni. Tutto dipende dalla donna e dal bambino, che in questa fase comincia ad inserirsi nel canale del parto.

Fase dilatante

È la fase in cui le contrazioni si fanno sempre più intense e frequenti, in modo da permettere la dilatazione del collo dell’utero. La fase dilatante è la più dolorosa, ma è anche quella in cui non bisogna scoraggiarsi, in quanto manca ormai poco per tenere tra le braccia il vostro bambino. L’appoggio del partner sarà essenziale, in quanto vi aiuterà a non lasciarvi andare e non perdervi d’animo.

Quanto dura la fase dilatante?

Anche la durata della fase dilatante è variabile. Nelle primipare essa può durare da 6 a 12 ore; in chi ha avuto già altri figli, invece, dura 2-3 ore, in quanto la dilatazione del collo dell’utero avviene più velocemente. Tuttavia, anche il fattore psicologico influenza la dilatazione del collo dell’utero: è importante non farsi prendere dallo sconforto e gestire appieno la respirazione.

Fase espulsiva

La fase espulsiva comincia quando la dilatazione del collo dell’utero ha raggiunto i 9-10 cm ed è, quindi, completa. La mamma non può arrendersi proprio adesso: il bambino sta per nascere e le ultime forze sono necessarie per aiutarlo a venire al mondo.

Nella fase espulsiva, le spinte della mamma sono necessarie per i movimenti interni del bambino; è infatti grazie alle spinte, che il bambino può girarsi ed assumere la posizione adatta per venir fuori.

fasi-partoQuanto dura la fase espulsiva?

La fase espulsiva dura in genere un’ora nelle primipare, un po’ meno quando la donna ha già partorito altre volte.

Secondamento

Il secondamento è la fase conclusiva del parto e consiste nel distacco della placenta. Ormai il bambino è nato e, dopo il taglio del cordone ombelicale, viene messo tra le braccia della mamma. Ma il processo del parto non è ancora terminato. Affinchè la placenta fuoriesca dall’utero è necessaria un’altra piccola contrazione, che spesso passa inosservata.

Quanto dura il secondamento?

Spesso il secondamento avviene 2-3 minuti dopo il parto; in altri casi possono trascorrere anche 15-20 minuti.  Nel caso in cui, passati 20 minuti, non si ha il distacco della placenta, l’ostetrica dovrà procedere a fare dei massaggi al basso ventre. O, ancora, un ottimo metodo per consentire la fuoriuscita della placenta è quello di attaccare il neonato al seno.

 

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Parto naturale

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Il parto è il momento più temuto durante tutta la gravidanza, ma, allo stesso tempo, rappresenta uno dei momenti magici della vita, in cui la natura mostra tutta la sua forza.

Tra i diversi tipi di parto, il parto naturale è sicuramente quello che mette in evidenza il legame esistente tra mamma e bambino e il loro successivo distacco.

Parto naturale: come avviene?

Il parto naturale non prevede nessun intervento medico, ma si aspetta che la natura faccia il suo corso, rispettando i tempi della donna e del bambino, ovviamente dopo essersi assicurati che non esistano complicazioni né per il bambino, né per la madre.

Il momento del parto vero e proprio corrisponde alla fase espulsiva del travaglio, in cui il bambino viene aiutato a nascere dalle spinte della madre. È questa, infatti, la tappa decisiva delle varie fasi del parto.

Parto naturale: dove farlo?

parto-naturaleLa naturalezza con cui si svolge il parto naturale permette che questo avvenga non necessariamente in ospedale, ma anche in casa o comunque in un luogo con condizioni igieniche adeguate.

Infatti, sono molte le future mamme che mostrano la volontà di far nascere il loro bambino in casa. E quale ambiente può essere più accogliente e intimo della propria casa? Si raccomanda, comunque, la massima sicurezza ed è imprescindibile la presenza di un medico, un’ostetrica o comunque una persona esperta che sappia aiutarti nel migliore dei modi.

Parto naturale: come vincere i dolori del parto?

Il parto naturale, al di là di essere un momento magico e meraviglioso, è la fase della gravidanza che più spaventa e preoccupa. I dolori del parto sono infatti i più temuti e, proprio per questo, a volte si ricorre al parto cesareo.

Esistono tuttavia dei rimedi per alleviare i dolori del parto e far vivere il parto come un momento di incanto.

Uno dei migliori rimedi per affrontare il travaglio è camminare, evitando quindi di rimanere fermi nella stessa posizione; a questo si aggiunge anche l’ascolto di una buona musica rilassante. Concentrarsi su altre attività e, quindi, raccogliere i pensieri su altro costituisce un ottimo metodo per dimenticare di star provando dolore. Inoltre, degli ottimi rimedi per superare i dolori del parto sono lo yoga, la meditazione e il parto sotto ipnosi.

Yoga e meditazione

In particolare, lo yoga aiuta a controllare la respirazione e quindi andare così incontro alle contrazioni: fate respiri lunghi e pofondi, vi aiuterà ad alleviare il dolore.

parto-naturaleLa meditazione, invece, vi aiuterà ad allontanerà i pensieri negativi e a vedere tutto in positivo. Per ottenere tale effetto, vi potrà aiutare la visione di immagini che creano sensazioni serene o l’ascolto di una musica rilassante.

Parto sotto ipnosi

Infine, il parto sotto ipnosi è una buona tecnica per rilassarsi ed affrontare il parto con la sensazione di star sognando ad occhi aperti. L’ipnosi può essere praticata autonomamente o da un ipnoterapeuta e consente di affrontare il parto serenamente, senza lo stress del dolore o della paura.

Il parto sotto ipnosi deriva dagli studi di Grantly Dick-Read, il quale, analizzando il momento del parto e le circostanze che ad esso fanno capo, si rese conto che la paura costituisce l’ostacolo più grande. Come superare questa paura? Saranno poi studi successivi a rendere l’ipnosi capace di cancellare via tutte le paure e le ansie del parto, far nascere il bambino in un clima di serenità e rendere il parto un momento unico.

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Tipi di parto

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Il momento del parto si avvicina? Ti stai preparando alla comparsa dei possibili sintomi del parto? Inizia a dare un’occhiata ai diversi tipi di parto e scopri il miglior modo per affrontarli. Ricorda che il primo passo per affrontare al meglio le ansie del parto è informarti.

Parto vaginale

Il parto vaginale è quello in cui il bambino nasce per via naturale, dalla vagina della madre e comprende il parto naturale e il parto assistito.

Parto naturale

Il parto naturale o parto eutocico è quello che avviene spontaneamente, senza l’ausilio di alcun tipo di intervento medico.

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Per questo può avvenire non necessariamente in ospedale, ma anche in casa o in qualsiasi luogo che presenti condizioni igieniche adeguate al momento. Tuttavia, è necessaria la presenza di un medico o di una persona esperta che possa aiutarti a far nascere il tuo bambino.

Il parto naturale consiste, quindi, nel lasciar fare alla natura il suo corso. È infatti la donna a condurre tutto il processo del parto, scegliendo i tempi e le posizioni più comode.

Parto assistito

Il parto assistito è una variante del parto naturale. Si ricorre ad esso nel caso in cui si presentino delle complicazioni e il bambino non riesca a venir fuori spontaneamente. Consiste, infatti, nell’ausilio di strumenti speciali, quali una ventosa o un forcipe.

La ventosa è dotata di una coppetta che viene applicata alla testa del bambino, mentre, il forcipe è una pinza di metallo; entrambi servono ad estrarre il bambino dal canale del parto e vengono utilizzati solo nel caso in cui la testa del bambino sia già abbastanza bassa e non si presentino altri problemi che possano complicare il parto.

Parto cesareo

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Il parto cesareo è quello in cui il bambino non nasce per via naturale, dalla vagina, ma viene estratto attraverso un’operazione chirurgica nota come taglio cesareo. Consiste nell’incisione della parte bassa dell’addome e nella conseguente estrazione del bambino.

Generalmente, il parto cesareo si effettua solo in presenza di gravi problemi e viene programmato allo scadere delle settimane di gravidanza. Tuttavia, non sempre si ha il parto cesareo programmato; infatti, si può ricorrere al parto cesareo anche dopo l’inizio del travaglio, se il bambino presenti uno stato di sofferenza oppure se la madre presenti dei disturbi, quali per esempio la preeclampsia. In questo caso il cesareo d’urgenza è inevitabile.

Infine, è bene notare che molte donne preferiscono il cesareo al parto naturale, per evitare i dolori. Ma attenzione! Ricorrere al parto cesareo non è così conveniente come si crede: i tempi di recupero del post parto sono più lunghi rispetto a quelli del parto naturale ed, inoltre, i rischi del parto cesareo sono maggiori.

Parto in acqua

parto-in-acquaIl parto in acqua si sta diffondendo sempre di più negli ultimi anni. Si tratta di un parto naturale, in cui il bambino nasce sott’acqua e può essere effettuato solo in casi di gravidanza a basso rischio.

L’acqua deve essere calda (ma non troppo), la mamma deve sentirsi rilassata e a suo agio, affinchè la dilatazione della cervice avvenga più velocemente.

Le donne che hanno provato il parto in acqua assicurano che si tratta si un’esperienza piacevole e molto più gradevole del parto normale, in quanto diminuisce la sensazione di dolore, si avvertono meno le contrazioni e si può cambiare posizione più facilmente.

Inoltre, si ha un maggior contatto con il bambino, in quanto si crea un’atmosfera intima e piacevole; il bambino, a contatto con l’acqua, non soffre il cambiamento improvviso di ambiente, come succede nel parto normale e, ancora, ha uno sviluppo motorio maggiore rispetto ai bambini nati con parto normale.

Tuttavia, l’unico rischio è quello di inalazione di acqua da parte del bambino, ma non bisogna preoccuparsi, in quanto il bambino non verrà lasciato sott’acqua, appena nato, ma verrà subito portato in superficie.

Parto prematuro

parto-prematuroIl parto prematuro è quello che avviene prima della 37ª settimana di gravidanza. I bambini nati prematuri soffrono maggiormente il rischio di avere problemi di salute; ma la medicina attuale permette anche la nascita di un bambino alla 30ª settimana di gravidanza; in tal caso, il bambino trascorrerà in un’incubatrice il tempo necessario per il suo sviluppo.

Tra le cause del parto prematuro vi sono: stress, particolari infezioni o cattive abitudini della madre. Tuttavia, esistono casi di parti prematuri di cui si ignorano le cause.

In ogni caso, è bene star preparate per un possibile parto prematuro: se avverti contrazioni molto intense, dolori lombari continui. pressioni alla zona pelvica e perdite vaginali, non esitare a chiamare il tuo medico. Forse il tuo bambino vuole già venire al mondo!

Parto indotto

parto-indottoIl parto naturale è sempre l’ideale, a volte, però,  è necessario ricorrere ad un parto indotto. Consiste nella somministrazione di ormoni e nella stimolazione manuale delle membrane attraverso dei massaggi.

Il parto indotto si effettua in casi particolari, come, per esempio, quando la gravidanza raggiunge le 41 settimane o quando si ha una prematura rottura delle acque e il travaglio non può ancora cominciare. Inoltre, si ricorre al parto indotto anche quando il bambino non è cresciuto abbastanza nell’ultimo trimestre oppure è cresciuto troppo o, ancora, nel caso in cui la madre soffra di particolari malattie, come diabete, ipertensione o preeclampsia.

In ogni caso, se si prevede un parto indotto, è bene farsi consigliare dal proprio medico ed è importante sapere che un’eccessiva stimolazione potrebbe provocare un’iperstimolazione dell’utero e, quindi, allungare i tempi del travaglio.

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Sintomi del parto

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Il tempo sta per scadere e il momento del parto si avvicina? Niente paura, ecco i sintomi del parto: impara a riconoscerli, per capire quando è il momento giusto per correre in ospedale!

La durata media di una gravidanza è di 40 settimane; è il ginecologo a stabilire la data del parto, calcolandola a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione. Tuttavia, il bambino può nascere tra la 37ª e la 42ª settimana.

Di seguito ti proponiamo una guida dei principali sintomi del parto; essi possono presentarsi anche una settimana prima dell’effettivo inizio del travaglio; quindi, è bene stare molto attente. Non avere fretta di correre in ospedale!

1. Contrazioni

Il primo sintomo del parto è dato dalle contrazioni. Attenzione però: non tutte le contrazioni sono sinonimo dell’inizio del travaglio. Esistono, infatti, le cosiddette false contrazioni o contrazioni di Braxton Hicks; si tratta di contrazioni irregolari, non molto dolorose, che si attenuano dopo qualche ora.

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Le vere contrazioni, invece, sono regolari e molto dolorose e portano alla dilatazione della cervice. Col passare del tempo, diventano più intense e frequenti. Controlla la loro frequenza e considera giunto il momento del parto, quando hai delle contrazioni per almeno un’ora a distanza di cinque minuti l’una dall’altra.

2. Perdita del tappo mucoso

Il tappo mucoso è una secrezione delle ghiandole mucose del collo dell’utero ed ha il compito di proteggere l’utero da possibili aggressioni provenienti dall’esterno. La perdita del tappo mucoso si ha quando il travaglio si avvicina e inizia la dilatazione.

Tale fenomeno spesso passa inosservato e si presenta con la fuoriuscita dalla vagina di una sostanza gelatinosa biancastra, a volte con delle macchie di sangue, dovute alla rottura dei capillari.

La perdita del tappo mucoso indica che il parto è vicino, ma spesso bisogna aspettare anche una settimana, prima dell’effettivo inizio. Stai molto attenta però agli altri sintomi, quali rottura delle acque e contrazioni.

3. Riduzione dei movimenti fetali

La riduzione dei movimenti fetali è un sintomo della fase preparto. Nelle ultime settimane di gestazione, i movimenti del bambino si riducono a causa della riduzione del liquido amniotico e dello spazio a disposizione. Inoltre, questa è la fase in cui il bambino comincia  a posizionarsi per prepararsi al parto. Per questo, potrai sentire particolari pressioni nella zona pelvica.

gravidanza4. Rottura delle acque

La rottura delle acque corrisponde alla rottura del sacco amniotico, ossia la membrana trasparente che contiene il feto e il liquido amniotico. Tale rottura può avvenire all’improvviso, con un unico getto, o lentamente, con un flusso continuo.

Generalmente, la rottura delle acque indica l’inizio del travaglio, tuttavia è possibile anche che le doglie arrivino dopo parecchie ore.

In ogni caso, se hai delle contrazioni e si verifica la rottura delle acque, preparati: prendi la borsa dell’ospedale e via! È arrivato il momento del parto!

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Contrazioni di Braxton Hicks

Contrazioni di Braxton Hicks

Ti potrebbe capitare durante queste settimane di avere delle contrazioni che però non sono vere contrazioni. Sono conosciute come le contrazioni di Braxton Hicks, dal nome del medico che per primo le identificò.

Sono “esercitazioni” del corpo intese ad allungare la parte inferiore dell’utero, in modo che la testa del bambino possa impegnarsi, e ad ammorbidire e assottigliare la cervice.

Nell’avvicinarsi al vero travaglio, queste contrazioni possono intensificarsi, causando una sensazione di morsa e indurimento dell’addome. Se senti disagio, prova a stenderti per un po’.

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DPP: anticipi e ritardi

DPP: anticipi e ritardi

Solo cinque bambini su cento nascono proprio alla data prevista: circa trenta su cento sono in anticipo e sessantacinque su cento sono in ritardo.

Questo accade perché la data calcolata sulla base dell’ultima mestruazione è puramente statistica: i cicli mestruali sono diversi da donna a donna e l’ ovulazione che ha dato origine alla gravidanza può essersi verificata in tempi diversi. Inoltre le primipare tendono ad avere un leggero anticipio rispetto alla media delle altre donne.

Se la tua data prevista dovesse arrivare senza che succeda niente, è facile che tu ti senta un po’ depressa. È altrettanto facile che siano gli altri (genitori, parenti, amici) ad entrare in agitazione e a telefonare venti volte al giorno per chiederti se “non c’è niente di nuovo”. È importante ripetersi e ripetere agli altri che è del tutto normale che il bambino arrivi dieci giorni dopo la data prevista e che, se è un tipo originale, può metterci anche qualche giorno in più.

Naturalmente questi ritardi extra vanno controllati e pilotati dal ginecologo e dall’equipe medica: sarà solo lui, controllando la salute del feto, a decidere se intervenire con un parto indotto.

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Contrazioni: vere o ‘false’

Contrazioni: vere o “false”

Le contrazioni sono l’unico segnale certo che sei in travaglio. Già negli ultimi mesi di gravidanza inizierai a sentire delle contrazioni uterine irregolari, non dolorose e distanziate nel tempo.

Verso la fine del nono mese queste contrazioni possono diventare più simili ai crampi mestruali, sono più frequenti e potrai facilmente confonderle con quelle che segnalano l’immininenza del parto.

È molto importante che tu sia preparata a distinguere le contrazioni vere (comunemente dette “doglie”) da questi falsi allarmi.

Il passaggio dalle contrazioni “false” a quelle che preparano il parto non è molto netto.

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Corsi pre-parto

Corsi pre-parto

La nascita è un momento così naturale della vita che potrebbe sembrare insolito doversi organizzare. Tuttava, i corsi pre-parto hanno un ruolo fondamentale.

Questi corsi ti preparano e mettono a disposizione tutti gli strumenti necessari alla corretta gestione del parto.

L’impiego sempre più diffuso di attrezzature mediche e la grande varietà di metodi per alleviare il dolore sono due ottime ragioni per imparare a conoscere i benefici e i rischi di qualsiasi procedura disponibile. Durante il travaglio potresti essere costretta a prendere decisioni alla svelta e, in questo caso, è bene fare una scelta consapevole.

 

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Birth plan

Birth plan

Alla 30ª settimana di gravidanza, se non lo hai fatto prima, potresti iniziare a valutare il Birth Plan. In italiano anche conosciuto come Piano del Parto: è un  accordo scritto e firmato tra te, partoriente, e la struttura in cui hai deciso di partorire, o con il ginecologo o l’ostetrica che ti segue.

Si basa sulle 15 raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la partoriente.

Più semplicemente è un foglio autofirmato da presentare all’ospedale e da discutere con un’ostetrica o un ginecologo, soprattutto in merito a ciò che non vuoi ti venga fatto in sede di travaglio e parto.

Come si fa il Piano del Parto o Birth Plan?

Per compilare un Piano del Parto o Birth Plan correttamente è necessario percorrere tappa dopo tappa tutto il cammino che porta dall’ingresso nella struttura in cui intendi partorire fino alle tue dimissioni e a quelle del tuo bambino, a meno che tu non abbia deciso di partorire in casa.

Scrivi punto per punto quali sono le tue intenzioni e desideri per:

Negli ospedali italiani il Piano del Parto non è conosciuto molto, quindi ti potrà capitare che, se ti presenti al momento del parto con un Piano, l’ospedale non sappia di cosa tu stia parlando o non apprezzi molto questa tua  iniziativa.

Portati dietro una copia al momento di entrare in travaglio e soprattutto avvisa tuo marito o il tuo compagno, perché sarà lui che dovrà far sì che il Piano venga rispettato mentre tu sarai impegnato a fare altro.

Se vuoi scrivere il tuo Piano del Parto guarda questo esempio.

Svantaggi del Piano del Parto o Birth Plan

Così come ci sono delle buone ragioni per preparare il Piano del Parto o Birth Plan, ce ne sono altre a sfavore che faresti bene a tenere in considerazione:

  • non puoi conoscere in anticipo cosa succederà prima e durante il parto, per cui è inutile porre veti, se questi possono in qualche modo causare una sofferenza a te o al feto
  • un atteggiamento di saccenza e sfiducia verso il personale ospedaliero, che ti dovrà assistere è sempre sbagliato
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Il parto

Il parto

Il parto è probabilmente il momento più temuto di tutta la gravidanza. Molte mamme, soprattutto se si tratta della prima gravidanza, diventano nervose solo pensando al momento in cui nascerà il loro bebè

Anche se il parto è un momento complesso, i falsi miti sono tantissimi, per cui, preoccuparsi eccessivamente non è consigliabile.

Innanzi tutto, devi sapere che il parto, in ogni donna, ha delle caratteristiche differenti. Nel caso in cui avvenga un parto naturale, già intorno alla 37ª settimana di gravidanza dovrai stare attenta ai sintomi che possono evidenziare che tuo figlio è in arrivo e, per questo motivo, è importante che in qualsiasi momento tu sia pronta ad andare all’ospedale. Per questo ti consigliamo di tenere già pronta la borsa per l’ospedale.

Devi sapere che il parto si suddivide in tre tappe, nelle quali il dolore varia in funzione del tuo corpo e della fase del parto in cui ti trovi. Inoltre, ricorda che ogni donna risponde diversamente ai dolori del parto, quindi lascia perdere le leggende urbane e piuttosto cerca di capire il tuo corpo e impara ad ascoltarlo.

Una buona maniera per conoscere bene la gravidanza e il parto sono le lezioni o i corsi preparto, durante i quali imparerai tutto quello che c’è da sapere riguardo alla cura di tuo figlio, al travaglio e al momento del parto.