Embrione e placenta
Il termine embrione è usato per denominare il bambino durante le prime nove settimane di gravidanza. Nel periodo successivo, a partire dalla 10ª settimana, si parla di feto. Sapevi che la sua fonte principale di alimentazione viene dalla placenta?
Sebbene l’embrione prima (poi feto) in parte si nutra delle sostanze nutritive contenute nel liquido amniotico, la sua fonte principale è la placenta. In latino placenta significa “torta” ed, in effetti, sembra una torta schiacchiata dai due lati nell’utero e si forma dallo strato cellulare che circonda l’utero.
La placenta, responsabile dell’alimentazione del bambino, della sua ossigenazione e dell’espulsione dei materiali di scarto, è un organo sorprendentemente efficiente. Lì vengono prodotti gli ormoni essenziali, come il progesterone, che stimolano l’adattamento del corpo materno e il proseguimento della gravidanza.
Attaccata alla parete uterina, la placenta è percorsa da vasi sanguigni della madre e del bambino. Nel caso di gravidanza gemellare, i gemelli uguali condividono la placenta, mentre i gemelli fraterni (eterozigoti) si formano in placente separate.
Il bambino è collegato alla placenta attraverso il cordone ombelicale, che è percorso da una vena di due arterie.
I vasi sanguigni della placenta si intrecciano fra loro ma restano separati, cosicché il sangue della madre e del bambino in realtà non si mescolano mai direttamente. Qualsiasi scambio debba avvenire fra il flusso sanguigno materno e quello fetale avviene per osmosi: le sostanze nutritive, gli anticorpi e l’ossigeno di cui il bambino ha bisogno passano dal flusso sanguigno della madre a quello del bambino attraverso il cordone ombelicale. I prodotti di scarto e il sangue insufficientemente ossigenato vengono espulsi dal feto attraverso la vena ombelicale, passano nel sangue della madre e vengono quindi filtrati dai reni materni.
Il processo di scambio per osmosi implica che la crescita e lo sviluppo del bambino dipendono totalmente dall’organismo materno: tutto ciò che la madre assume passa anche al bambino. Questo è il motivo per cui è fondamentale seguire una dieta sana ed equilibrata ed evitare l’assunzione di qualsiasi sostanza che possa nuocere al bambino. Alcuni studi suggeriscono che attraverso la placenta possano passare anche i sapori e gli odori del cibo che la madre consuma.
La placenta raggiunge la maturità intorno alla 34ª settimana, dopodiché comincia invecchiare. Dalle due alle tre settimane dopo, comincia a perdere efficacia nella trasmissione delle sostanze nutritive al bambino e il tessuto diventa più fibroso e meno spugnoso. Compaiono anche calcificazioni e coaguli di sangue, sintomo dell’invecchiamento dei vasi sanguigni. Dopo la 40ª settimana, la placenta comincia a deteriorarsi, rischiando di non garantire più adeguato sostentamento al bambino.
Alla nascita, la placenta pesa circa 0,5 kg. La zona fetale è morbida e venata da vasi sanguigni, mentre la parte che era collegata all’utero è di colore rosso scuro.
Per la sua importanza è bene che tu conosca le possibili urgenze mediche relative alla placenta che si possono presentare come: placenta previa e distacco della placenta.